NON BATTE di Kasto
- Alessandro Bolsieri
- 4 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 5 apr

La Trap è un genere discusso e, anche se ormai è maggiorenne, ci stupisce ancora come “quella cosa nuova dei giovani d’oggi…”.
Invece ha più di 20 anni.
Viene dai bassi fondi americani e ha sempre avuto una prerogativa: raccontare storie oscure, di sofferenza, di degrado.
Non ha mai avuto alcune velleità puramente musicali. E non le ha tutt'ora.
Le caratteristiche musicali della Trap sono piuttosto “minime”.
Range melodico limitato, range dinamico quasi inesistente, variazioni ritmiche al minimo puntando tutto sugli accenti del testo ( …su questo non banali! ), senza stacchi degni di nota, ricerche armoniche, arrangiamenti particolari, parti strumentali interessanti, soli… quasi nulla.
La Trap però ha una caratteristica che non ha mai nascosto: il minimo musicale serve per fare ciò a cui dà importanza: raccontare.
Non lo fa con maggior efficacia di altri generi e linguaggi cantautorali, ma ha un asso nella manica: può parlare di cose, contesti, ambienti e a target di età ai quali quasi tutti gli altri ( generi/ linguaggi/ Artisti ) fanno fatica a comunicare oggi.
Generazione Z e tutto il Gap generazionale che ne consegue a massima potenza!
E quindi, se è vero che se dovessimo parlare di qualità puramente musicale dovremmo parlare solo di Jazz e Musica Classica… è anche vero che la Trap ha la SUA qualità.
La Trap ha un altro “rischio”:
è Musicalmente molto accessibile.
La sua difficoltà tecnica è molto limitata e offre un basso sbarramento di entrata a quei ragazzi e ragazze che, anche con scarsissima preparazione musicale, vogliono iniziare a produrre il proprio “primo brano Trap”.
Si scaricano Ableton, buttano su un beat trap trovato su Youtube e via… si parte!
Ma il gioco dura poco!
La Trap non richiede caratteristiche musicali estreme, ma quelle che ha le vuole rispettate fedelmente.

E qui entra in gioco KASTO, uno di quegli Artisti che aderisce al genere con il rispetto che la stessa Trap richiede.
Beat "al suo posto", testo ricco tanto di contenuti quanto di accenti ( gli stessi accenti poi, che ritroviamo anche nel beat ), un uso dell'Autotune misurato, quasi inesistente, un testo impetuoso, incessante che va "avanti come un treno" con una base ( produzione Kadesh ) che crea movimento soto di esso con riempimenti e svuotamenti che gli permettono di "guardare solo avanti".
Questa impetuosità del testo è la grande forza della Trap, e Kasto esprime questa forza con onestà, sincerità e matura aderenza al suo linguaggio.

"Sogniamo un castello anche se già sappiamo
Che a giorni cambieranno le rotte
In testa ho le storie che tu puoi capire
E giù stanza le pareti rotte
Ma di rotto non c'è solo quello
A volte il cuore non batte..."
Il testo di Non Batte si riferisce ad un Cuore che... non batte.
I due ragazzi nella narrazione sono ad un bivio della vita, si dovranno lasciare, probabilmente per prendere due strade diverse nella vita.
L'età ci può suggerire il trasferimento per un Università in altra città o, più semplicemente, la fine di un amore, di una passione.
A volte il cuore non batte
Prendo un battello
Così mi perdo e
Vado sempre più distante
Dopo il cartello
Il vento è più forte
Se vuoi farcela puoi farcela
Il desiderio, la volontà di fuga, di scappare da una pressione "sulla Vita", un malessere costante fatto di ansie, insoddisfazione.
Non si parla di depressione, ma di difficoltà emotive, relazionali, esistenziali.
Manca uno scopo che possa far battere il cuore.
Apatia.
Qualunque cosa è una scusante
Questi testi sono nati in macchina
Non sapevo con chi uscire in piazza
Io lo faccio per stare sereno
A volte sento che manca l'ossigeno
Senza musica dov'è che vado?
Lo leggiamo tutto:
"Se sai di averle prima o poi voli Lontano perché siamo troppo soli, se mi guardi dentro migliori.
Lei si incanta sui girasoli perché ha appena assaggiato altri fiori, ha il suo passato e non commette errori.
Le sfilo un bacio dentro questo campo, è come fare un goal da centrocampo.
Ora mi batte il cuore, senti quanto metti una mano e dammi un bacio a stampo, togli le scarpe poi iniziamo a farlo...
mi serve amore come nessun'altro
Sto chiuso in problemi più grossi di me, per questo sono cresciuto dopo tempo, ho chiuso con tutti chiudendomi in stanza ero un ragazzino, il periodo più bello.
Puoi fare di tutto non sarà abbastanza, ed è sempre meglio prepararsi al peggio mi vedi pregare, credo nella grazia, in pochi mi vedono un ragazzo sveglio ma in pochi sanno cosa è successo dentro me... in pochi mi vedono un ragazzo sveglio, ma in pochi sanno cosa è successo dentro me."
ORA, RESPIRIAMO UN ATTIMO...
Non sappiamo se le parole scritte da Kasto siano autobiografiche o meno, quindi distanziamoci un attimino dall'interpretare i testi come questo come "Povero... va aiutato!"
Chi sa qualcosa di "Gap generazionale", Generazione Z... ecc ecc ( cose oggettivamente provate e comprovate ) dovrebbe sapere che questi testi sono il MANIFESTO DI UNA GENERAZIONE ( Z )
La reazione di chi non è della Generazione Z ( quindi nato/a prima o dopo la fascia 1997 - 2012 ) solitamente porta a penare che questi giovani "sono scansafatiche, fragilotti, incapaci alle relazioni umane dirette... ecc ) ed è proprio questo il segreto degli studi sul GAP GENERAZIONALE:
Le generazioni non si stanno capendo e... NESSUNA DELLE DUE HA PIU' RAGIONI DELL'ALTRA!
Inutile schierarsi insomma.

SU QUESTI PRESUPPOSTI SIAMO IN GRADO DI LIQUIDARE LA MUSICA TRAP?
Noi no.
Kasto scrive un testo scarno, minimalista seppur con un ritmo e una progressione costante.
Potrebbe esser letto anche così e funzionare benissimo, in un racconto/confessione onesto.
"Onestà" che è uno degli aspetti musicali che viene citato più spesso come "caratteristica di qualità" della Musica.
Lo stiamo scoprendo insieme a Te nel nostro "Radio program".
Nel racconto di Kasto, la confessione nasce da un'auto-analisi che le generazioni precedenti non erano in grado di fare: quasi chiunque negli anni '80 avrebbe scialacquato certe emozioni come "ma daaaiii... quante paranoie che ti fai... ", o ancora:
Fatti un giro, esci, divertiti............
La verità è che Kasto parla al suo "popolo", parla alla sua generazione.
Parla e, quindi, ascolta... perché è un Artista e in questo è ambivalente: parla di sé per parlare di Te, dei suoi coetanei, della sua generazione, del mondo che lo circonda...
E lo fa con efficacia, onestà, sincerità... senza strafare, senza edulcorare, con sintesi e affermazioni esplicite.
Come nel Jazz spesso si toglie la parola per dare strada sgombra alla Musica e i suoi meandri più nascosti ed estremi, nella TRAP si fa quasi l'opposto.. per far sì che il messaggio esca chiaro.
E quasi la Poesia rischia di intralciare il cammino del messaggio

Cosa accadrebbe se...
In un Universo parallelo...
...al nostro, vedrei nella musica di Kasto un bel arrangiamento di fiati, un bassista coi contro-c&%$£"%&ni e un piccolo assolo di sax ( anzi lunghissimo )...
...in quell'Universo lì l'ha fatto: e ne è diventato il padrone.
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